In un sistema GNU/Linux la possibilità di “montare” qualsiasi directory remota è un opzione da non sottovalutare, ma per farlo, non bastano soltanto le interfacce grafiche ma bisogna sfruttare le potenzialità della shell (bash o non) per poter risolvere problemi come quello esposto in questo articolo.
IL PROBLEMA
Molte volte, accade che dopo aver eseguito un operazione di “mount” di una directory di rete, e averci lavorato per un bel pò, non si riesce a smontarla correttamente; Quindi, il sistema genera una serie di errori ,come ad esempio quello visualizzato nell’immagine seguente.
Figura 1.
(L’errore generato dal comando umount)
LA SOLUZIONE AL PROBLEMA
Dopo aver provato più volte ad eseguire il “re-mount” di tutti i dispositivi con il seguente comando:
# mount -a
la directory persiste e qualche volta si congela. Cosa fare?
Per prima cosa, forziamo l’operazione di umount con il comando seguente:
# umount -f /percorso della directory da smontare
Se, il sistema non la smonta, allora proviamo ad utilizzare il comando lsof che permette di visualizzare quali utenti e directory del sistema stanno occupando la directory in questione. In pratica, si utilizza il comando lsof per verificare quali processi (PID) stanno occupando la directory montata come di seguito indicato e visualizzato nell’immagine seguente.
# lsof -n | grep /percorso della directory da smontare
Figura 2.
(Utilizzo di lsof e soluzione del problema)
Successivamente, come si può vedere in figura 2 si “uccidono” quei processi che occupano la directory condivisa con il comando kill come di seguito descritto:
# kill -9 27669 28820 29023 31226
A questo punto si può tentare di utilizzare nuovamente il comando umount e magicamente la directory dovrebbe essere “smontata”.
LE CONCLUSIONI
In questo articolo fondamentalmente ho utilizzato tre comandi umount, mount e lsof, un altro passo in avanti per conoscere il sistema GNU/Linux.
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