Nel mondo odierno l’utilizzo dell’API è fondamentale per poter condividere le informazioni tra diversi sistemi. La parola più adatta per rappresentare questa condivisione o scambio di dati è senza dubbio il termine interoperabilità. Quest’ultimo è ampiamente utilizzato nell’ambito della pubblica amministrazione (PA) per rappresentare la volontà di potere far colloquiare attraverso dei protocolli “standard” diversi sistemi. Nell’ambito del privato il termine interoperabilità è sostituito dalla parola integrazione, ma in linea di principio le due si equivalgono. Per quanto concerne l’implementazione nella pubblica amministrazione, nel sito dell’AGID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, sono presenti moltissime informazioni, ma, per l’argomento di cui stiamo parlando, vale la pena concentrarsi su alcuni documenti. In particolare, nell’ambito del privato e non solo del pubblico, sarebbe opportuno adottare le linee guida Agid in termini di sicurezza presenti nel documento in formato vettoriale “Linee Guida Tecnologie e Standard per la sicurezza dell’interoperabilità tramite API dei sistemi informatici”. Tali linee guida sono rivolte ai soggetti privati che devono “comunicare” con la Pubblica Amministrazione per fruire di dati e/o servizi dei sistemi informatici tramite API.
In questo primo articolo, definiremo le API per la richiesta di occupazione del suolo e per l’inserimento delle informazioni relative all’area di occupazione del suolo da parte di un dispositivo esterno, mentre nella seconda parte di questo articolo cercheremo di applicare le linee guida Agid indicate nel link precedente.
Definizione del termine API
L’API, o Application Programming Interface, è un insieme di protocolli, routine e strumenti per la creazione di software e applicazioni. Una API, in poche parole, funziona come un’interfaccia tra diversi software, permettendo a quest’ultimi di interagire tra di loro. In termini ancora più semplici, le API sono una serie di regole che un client (solitamente un programma esterno) può utilizzare per comunicare con un server. Queste regole sono stabilite implementate dallo sviluppatore che ha creato l’API.
Quindi, le API permettono l’integrazione tra diverse applicazioni. Ad esempio, molte aziende offrono delle API pubbliche che gli sviluppatori esterni possono utilizzare per creare nuove applicazioni. Questo non solo beneficia gli sviluppatori, che possono sfruttare questi servizi per creare applicazioni innovative, ma beneficia anche le aziende stesse, che possono estendere la loro portata e funzionalità senza dover sviluppare nuove applicazioni da zero. Sono uno strumento evoluto nel mondo dello sviluppo software e permettono una comunicazione efficiente tra software, rendendo possibile l’integrazione e l’automazione di diverse applicazioni. Sebbene possa sembrare un concetto tecnico complesso, comprendere come funzionano le API può aprire nuove opportunità per l’innovazione e l’efficienza nello sviluppo applicativo.
Tipi di API
Esistono diversi tipi di API, tra cui:
- API di sistema operativo.
Permettono alle applicazioni di utilizzare funzioni del sistema operativo. - API di libreria/framework.
Offrono una serie di funzioni predefinite che facilitano l’esecuzione di compiti complessi. - API web.
Probabilmente le più comuni e familiari, facilitano la comunicazione tra applicazioni attraverso Internet. - API di database.
Permettono alle applicazioni di interagire con un database.
Nell’articolo parleremo solamente delle API WEB perché, allo stato attuale, sono quelle più utilizzate e come già detto, rispondono al concetto dell’interoperabilità e facilitano la comunicazione tra i diversi sistemi in internet e in intranet.